Fixed Action Patterns: che cosa sono? Scopriamolo assieme.
In etologia classica si utilizza il concetto di Fixed action pattern, ossia di “modulo fisso d’azione” o “a coordinazione ereditaria” ad indicare una serie di comportamenti innati che vengono attivati da uno stimolo o serie di stimoli.
osterreichische-apotheke.com/Questi stimoli sono esibiti dall’animale quando è impegnato in comportamenti funzionali di estrema importanza biologica come, per es. corteggiamento o cura della prole.
Gli etologi inizialmente studiarono il comportamento in modo puramente descrittivo e finalizzato ad indentificare questi “moduli comportamentali” (patterns) specie specifici, che compongono, appunto, l’etogramma.
Ogni specie animale che viva in condizioni naturali esprime determinate caratteristiche comportamentali definite appunto “normali” per quella specie. Alla base dello studio di queste caratteristiche comportamentali vi era la conoscenza che gli animali manifestano questi “fixed action patterns” (FAPs). I FAPs sono innescati da stimoli specifici, e rappresentano componenti elementari delle categorie comportamentali.
Questi FAPs sono caratterizzati da:
- costanza della loro forma (una volta innescato il comportamento Fixed Action Pattern (FAPs) non può essere stoppato a metà ma deve essere portato a compimento)
- intervallo fra le diverse fasi che li costituiscono

I primi studi dell’etologia classica
Quando paliamo di fixed action patterns utilizziamo anche la parola “stereotipato”. Con questa parola vogliamo identificare il fatto che si manifestano ogni volta nello stesso modo fino al loro completamento.
La compilazione dell’etogramma, per ogni specie, è stata possibile attraverso l’osservazione, studio e catalogazione di questi schemi d’azione fissi.
Gli etologi hanno innanzitutto ampiamente osservato e definito questi comportamenti Fixed Action Patterns. A quel punto, si sono occupati di descrivere il perché gli animali li esibissero.
Le prime descrizioni analitiche di alcuni FAPs di alcune specie si devono a Niko Tinbergen.
L’oca e l’uovo
Tra i suoi studi più famosi sicuramente possiamo annoverare quello sul comportamento di rotolamento delle uova dell’oca selvatica. Si tratta di un esempio di FAP.
Se un uovo rotola lontano dal nido, l’oca lo fa subito rotolare verso il nido con un’azione di becco e collo specifica e ripetuta.
In questo caso l’uovo fuori dal nido rappresenta lo stimolo segnale specifico. Questo stimolo è elaborato da un meccanismo innato (meccanismo di scatenamento) che recluta i neuroni motori necessari a portare a compimento l’azione finalizzata. In questo esempio specifico, il movimento stereotipato di becco e collo per trascinare l’uovo di nuovo dentro al nido.
Abbiamo detto sopra che una volta innescato il comportamento FAP non può essere stoppato a metà ma deve essere portato a compimento. Questo è confermato dall’osservazione del comportamento di rotolamento delle uova dell’oca selvatica. Se, infatti, durante il comportamento, l’uovo scivola di lato o se viene rimosso dal ricercatore, l’oca continua a ripetere i movimenti stereotipati anche se l’uovo è assente, fino a raggiungere il nido. Pertanto, il FAP sembra corrispondere a un circuito neurale fisso suscitato dagli stimoli di innesco complessivi.
Per fare un altro esempio, in riferimento al periodo riproduttivo ei mammiferi, si usa spesso parlare di “lotta ritualizzata tra maschi”, che è messa in pratica sia per il possesso del territorio che di una femmina. Basti pensare alle tipiche “arene” in cui si svolgono le competizioni dei daini maschi durante la stagione riproduttiva.

In questi casi le posture assunte dai contendenti sono in diretta relazione fra di loro, ossia un pattern coordinato e continuato di comportamenti, per cui ciascuna azione di un individuo evoca un’azione complementare da parte dell’altro.